martedì 27 marzo 2018

CANNERO - L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI

Avrebbe potuto essere con i Castelli l'altro "fiore all'occhiello" da custodire gelosamente e farlo crescere. Le premesse c'erano tutte. Un marchio registrato: gli Agrumi di Cannero; un Disciplinare a indicare il percorso, bastava un poco di pazienza. Neanche il tempo di godere per i benefici dei suoi frutti ed è già appassito, barattato per un piatto di lenticchie. Spalancate le porte vi è entrato di tutto: dalle sirene che si cibano di cedri ai rivenditori di piante provenienti dalla Calabria con somma gioia dei canneresi!
Archiviata l'edizione 2018 dell'evento, il plauso va agli organizzatori e a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Punto e basta! Le perplessità nascono dall'eccessiva presenza di sedicenti associazioni culturali quasi a dimenticare che per nove edizioni la manifestazione ha camminato con le proprie gambe grazie alla disponibilità di volontari e dell'intera comunità. Scelta legittima da parte di chi ha in mano il bastone di comando ma alquanto discutibile. Sa tanto di "Paese ricco mi ci ficco" e assalto alla "Gallina dalle uova d'oro"! (vedi costi).

È  opinione diffusa e condivisa che:

SCRIVI WORKSHOP ORANGE E LEGGI PALLE DI POLISTIROLO

L'edizione 2017 per gli organizzatori ha rappresentato "Il risultato di un percorso fluido, formato da 1000 leggerissime sfere arancioni, che aveva suggerito agli ospiti un'idea, quella che un frutto possa quasi rasentare la perfezione formale e, nello stesso tempo, diventare simbolo del legame che unisce lago e montagna attraverso l'acqua. Il lavoro è stato soggetto di numerosi scatti fotografici e di articoli e ha riscosso un grandissimo successo tra i visitatori".

Per l'edizione 2018, obiettivo degli organizzatori è stato quello di "Attirare nuovamente l'attenzione sulle forme e i colori dei frutti più preziosi del Lago Maggiore, in particolare le arance pigmentate più settentrionali d'Italia. Suggerire ai visitatori le emozioni legate a una nuova idea, quella di un ricamo prezioso, di un màndala che inviti alla meditazione, di un labirinto che possa guidare alla ricerca di qualcosa di speciale. Rappresentare l'essenza dell'idea di giardino, luogo protetto e governato dall'uomo, sintesi perfetta di utilitas e venustas".

Perbacco! Da restare a bocca aperta! E non basta! Sembra che il tutto avrà un seguito. Infatti nel programma circolato sul web (leggi) si afferma che: "L'edizione 2018 segna l'inizio di una nuova serie, nella quale verrà proposto, ogni anno, un approfondimento tematico... ecc."! Chiaro? È già deciso! Anche per il 2019 palle e fantasia. Si faccia avanti, e faremo ammenda, colui che alla visione di una palla di polistirolo sia stato pervaso "dall'idea che un frutto possa quasi rasentare la perfezione formale e, nello stesso tempo, diventare simbolo del legame che unisce lago e montagna attraverso l'acqua". Quanto poi a voler "Attirare l'attenzione sulle forme e i colori dei frutti" osservando palle colorate quando solo guardandoti in giro li vedi reali sulla pianta e "suggerire ai visitatori le emozioni legate a una nuova idea, quella di un ricamo prezioso, di un màndala che inviti alla meditazione, di un labirinto che possa guidare alla ricerca di qualcosa di speciale".

Parole, parole, parole, ma le palle restano palle. Cannero ha una cassa di risonanza altissima, chi se ne volesse servire per propagandare un proprio progetto o un'idea lo deve fare a costo "zero" ringraziando per l'opportunità concessa. La massima considerazione e rispetto per il lavoro altrui ma rispetto anche per i canneresi che non hanno l'anello al naso per essere menati di qua e di là a piacere; sintesi perfetta del "Sic transit gloria mundi".


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